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Teatro Mariani
[tel] 0541 929613 (Comune di Sant'Agata Feltria)
[m] 329 1622657 (Comitato Beni Storici e Culturali Sant'Agata Feltria)


santagata@teatrivalmarecchia.it

Teatro Mariani

di Sant'Agata Feltria
Struttura del teatro
Il Palazzone

Il Teatro Angelo Mariani è posto all’interno del Palazzo Fregoso, detto anche "il Palazzone".
La costruzione del "Palazzone" si rese indispensabile quando i Fregoso, con Aurelio, cominciarono a dimorare stabilmente nella Rocca di Sant'Agata Feltria per cui trasferirono tutti gli uffici nel nuovo fabbricato.
Nel 1660 fu trasformato in sede del Comune, dopo il ritorno del paese sotto la sovranità pontificia.
La prova storica dell'esistenza di una sala-teatro posta nel "Palazzone" ci viene fornita dal verbale della deliberazione del Consiglio della Terra di Sant'Agata del 16 agosto 1662 nel quale "Fù letto un memoriale di Francesco Calabati quale addimanda la Stanza del Palazzone ove si fanno le commedie, per quattro pauli il mese et à bocca offerì cinque pauli il mese sin tanto dura il tempo della sua Hosteria".
Nella successiva riunione del 17 dicembre 1662, il Consiglio della Vicinanza deliberava di concedere in affitto, al signor Calabati, la suddetta stanza per esercitarvi l'attività di osteria a condizione che la stessa fosse sempre a disposizione della Comunità "per tutti i bisogni che possino avenire, et in specie il farsi commedie".
L'uso della sala, da parte della gioventù santagatese, per fare recite e spettacoli, non è certamente iniziato nell'anno 1662, ma è di ben più antica memoria. E' logico supporre che, fin dalla sua prima costruzione, una stanza del Palazzone fu utilizzata dalla gioventù santagatese per effettuare recite e rappresentazioni teatrali.

Palcoscenico, platea e palchi

L'ingresso del teatro è stato ricavato eliminando il quarto palco del primo ordine, per cui il corridoio laterale risulta spezzato in due tronconi.
Poiché l'ingresso principale è posto sul lato più lungo della sala rettangolare, l'accesso alla platea avviene parallelamente al palcoscenico distinguendosi quindi dalla maggior parte dei teatri in cui l'ingresso è collocato ortogonalmente. La cavea è a forma di U allungata, con tre ordini di 15 palchetti ciascuno, a cui vi si accede lateralmente, attraverso stretti corridoi con pavimentazione in cotto legata all'assito con malta e gesso.
L'intera struttura è completamente di legno di castagno.
Il teatro è composto da tre ordini di palchi disposti a forma di ferro di cavallo con bracci laterali molto allungati, tanto che i palchetti sui fianchi risultano molto obliqui. Le due balconate superiori sono ricoperte, in tutta la loro lunghezza, da magnifiche decorazioni a drappo bianco con sovrapposti festoni policromi. Il boccascena di notevole ampiezza come d'uso, contiene sei palchi, tre per parte in parallelo coi tre ordini.
I due palchi superiori sono ricavati nei due spicchi di vela che adornano e alleggeriscono l'architrave decorato a girali e stralci di fiori stilizzati.
Al centro dell'architrave un grande medaglione raffigurante Angelo Mariani.
Il soffitto ha la stessa forma della platea e vi si ritrovano gli elementi decorativi delle balconate e dei palchi.
Al centro del soffitto è appeso un lampadario in metallo e cristalli.

La balconata

La balconata del primo ordine è stata restaurata con decorazione a strisce chiare e scure a finto marmo. Quelle del secondo e terzo ordine sono decorate con dipinti a tempera che raffigurano drappi di trine e pizzo sui quali si appoggiano festoni floreali dai colori leggiadri su fondo di colore azzurro.
Le aperture dei palchi sono rettangolari e lateralmente delimitate da colonnine in chiaroscuro.

Il soffitto

Il soffitto ha la stessa forma oblunga della platea. È decorato a grande ovale di colore celeste circondato da drappo bianco simile ad un ampio merletto.
Al centro è posto un rosone filettato da sottile listello ligneo e definito da una stella ad otto punte, dai cui angoli si partono gli elementi  di un grande festone policromo.
Nei quattro pennacchi, incastonati fra movimenti di tralci, quattro medaglioni con le figure dei personaggi storici più rappresentativi di Sant'Agata Feltria.
Nel soffitto si trovano gli elementi decorativi delle balconate e sono riferibili alla seconda metà dell'Ottocento.

Il lampadario

Quantunque sia di forma comune, è tuttavia un pezzo di notevole eleganza e costituisce degno decoro del soffitto.
Il lampadario ha scheletro metallico composta da asta portante centrale e da tre cerchi di diverse dimensioni, di cui il più ampio nel mezzo, il mediano in alto, il più piccolo in basso.
I tre cerchi metallici sono collegati da due fitte serie di fili tempestati di cristalli, che conferiscono al lampadario la caratteristica forma a cratere.
Dal cerchio superiore a quello inferiore pendono oblunghi cristalli lanceolati. Sedici bracci portalampada si staccano dal cerchio centrale.
La sua datazione va ricondotta a cavallo del XVIII - XIX Secolo o, comunque, non oltre la prima metà dell'Ottocento. 

I medaglioni

I nove medaglioni, dipinti ad olio su tela, raffigurano quattro commediografi italiani e cinque personaggi illustri della storia santagatese.
Sono da attribuirsi al pittore Romolo Liverani, anche se dipinti in maniera più frettolosa e sommaria del sipario e delle scene. Quattro sono collocati ai lati del soffitto, quattro sul boccascena e l'ultimo sul proscenio.
I quattro medaglioni collocati ai lati del soffitto, rappresentano Pietro Metastasio, Carlo Goldoni, Vittorio Alfieri, Vincenzo Monti e Angelo Mariani (sui parapetti dei palchi e al centro dell’architrave di proscenio)
Gli altri quattro sul boccascena ai lati del soffitto raffigurano personaggi illustri santagatesi:
- Ottaviano Fregoso, Doge di Genova e primo Conte di Sant'Agata Feltria, figlio di Agostino Fregoso e Gentile Feltria, figlia di Federico da Montefeltro, Duca di Urbino;
- Uguccione della Faggiola, uomo d'armi, nato da famiglia ghibellina nel Castello della Faggiola di Casteldelci;
- Dionigi Agatoni De' Maschi, illustre santagatese noto per aver dato nascondiglio nella sua casa a Sant'Agata Feltria, a Guidobaldo duca di Urbino, nella fuga da Cesare Borgia;
- Ranieri De' Maschi, Vicario Generale del Doge di Genova nominato dal Papa Pio II Commissario Generale delle Armi della Chiesa;
Lultimo al centro del proscenio, è quello raffigurante il maestro Angelo Mariani.